Monza è una città autonoma, intraprendente, ricca di storia e dal prossimo anno sarà anche capoluogo di provincia. Eppure molti la conoscono soltanto per la pista di formula 1. Molto abitata già all’età del bronzo, Monza divenne colonia dei veterani provenienti da Magonza, successivamente in epoca barbarica, per la bellezza del paesaggio e per la vicinanza con Milano, fu scelta da Teodorico, re degli Ostrogoti, e dalla regina Teodolinda (che diede inizio ai lavori della Basilica di San Giovanni) come residenza estiva. Con l’arrivo dei Franchi, Berengario, re d’Italia, vi si stabilì assicurandole l’indipendenza. Nel 995 divenne città imperiale sotto Ottone III e successivamente Federico Barbarossa la armò per renderla più forte di Milano. .jpg)
Durante l’età di comuni il potere religioso (Duomo) venne affiancato dal potere civile (Arengario) e cominciò a formarsi il ceto sociale dei cives, composto da mercanti, artigiani, uomini di legge e notai (la futura borghesia). Nel 1500 insieme al ducato di Milano passò di mano in mano a Francesi, imperiali e Spagnoli dei quali Antonio De Leyva (parente della celeberrima manzoniana Monaca di Monza) ne divenne il signore. Quando la Lombardia fu invasa dagli Austriaci, il Piermarini iniziò la costruzione della Villa Reale commissionatagli dal governatore Ferdinando d’Austria. Nel 1805 venne il turno di Napoleone che proprio a Monza si incoronò re d’Italia con la Corona Ferrea, dicendo le famose parole “Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca”. Dopo l’unità d’Italia, i reali continuarono a frequentare la Villa che il Piermarini costruì, fino alla sera del 29 luglio 1900, quando re Umberto I venne assassinato.
Tuttora è ben visibile nelle vie e nei monumenti la storia che ha costruito la città di Monza, tra realtà e leggenda. Il Duomo è senza dubbi l’elemento simbolo della città, al suo interno il Museo Serpero custodisce, in un ambiente oscuro e suggestivo che ne mette in risalto la bellezza, i magnifici lavori di oreficeria donati alla basilica dalla regina Teodolinda.
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